Ultima modifica: 14 Febbraio 2019

Liberi e legali

Siamo partiti così preparando domande, scrivendo pensieri e semplici parole chiave su cartoncini verdi a simulare le foglie appese all’albero della legalità. Felice, come solo Suma sa esserlo, il prof. ha posizionato il manufatto al suo posto, mentre i ragazzi si sono dedicati alle operazioni di reperimento del materiale e di ricerca sull’argomento. Così si sono imbattuti nella bellissima poesia di Alda Merini, dedicata a Giovanni Falcone e letta da Graziana. Qualche minuto più tardi Tommaso e Pietro Pio hanno scosso la coscienza di tutti gli astanti, con il discorso tenuto da Paolo Borsellino alla notizia della morte dell’amico Giovanni ed infine ci ha commosso la concitata preghiera, interpretata da Rebecca, della vedova dell’agente di scorta Vito Schifani, molto durante l’agguato di Capaci. Dopo l’accoglienza pizzicata fatta, dal professore Calvi e dai suoi ragazzi, alla maniera di noi altri Pugliesi, la mattinata sulla legalità ha preso il via e il nostro ospite ha presentato sé, il suo lavoro e il suo libro: Totò lo Curto, Bernardo Provenzano, il maxiprocesso, Cosa Nostra, la cosca mafiosa, la banda del Capitano Billy the Kid, il rapporto dei 162, l’estradizione di Tommaso Buscetta… ecco gli argomenti che hanno riempito le ore e il silenzio denso della sala. E poi ancora la gente caduta in battaglia, la politica corrotta, i traffici illeciti, le speculazioni edilizie… tutto era presente nella voce chiara e nelle parole stentoree del Capitano Angiolo Pellegrini che, nel Gennaio del 1981, assunse il comando della sezione anticrimine dell’Arma dei Carabinieri accanto a Giovanni Falcone. Le sue sono state parole forti, parole che rimarranno impresse, lo spero bene, nella mente dei nostri alunni, parole che hanno inneggiato ai veri eroi della nostra Italia, parole che hanno negato con forza l’indulgenza verso l’omertà; parole vere e libere, provenienti da una persona vera e libera, parole che hanno avuto come centro ispiratore la legalità.

Tante sono state le domande poste, attraverso le foglie dell’albero, dai ragazzi delle classi terze e non a tutte è stato possibile dare risposta, ma tutte sono state raccolte dal generale e portate via perché trovino risposta in un suo prossimo scritto.

Nel frattempo, la sua presenza e il suo discorso, bevuto tutto d’un fiato, han lasciato in noi una scintilla che avremo cura di alimentare per farla diventare un grande fuoco, il fuoco della legalità; a cominciare dalle piccole cose e traendo esempi, come lui ha detto, da chi, in famiglia e a scuola, circonda gli adolescenti: genitori e insegnanti.

Le sue parole conclusive sono state, ancora una volta, indirizzate ai ragazzi: Voi oggi siete in un piccolo nucleo sociale: la scuola. Poi entrerete a far parte della società, e sapersi comportare a scuola significa sapersi comportare nella società nella quale avrete un ruolo attivo e della quale farete parte.

Questo è il medesimo messaggio che noi tutti insegnanti dell’Istituto Comprensivo vogliamo lasciare ai nostri alunni, questo è il nostro lavoro, questo il nostro impegno, questo il nostro obiettivo: formare futuri cittadini che si sentano liberi e legali.

Prof.ssa Mariligia Giovane