Ultima modifica: 18 Gennaio 2020

Noi tra Leonardo e Dante

Quando lo spirito non collabora con le mani, non c’è arte. Così dice Leonardo e così l’ingegnere Giuseppe Manisco ci ha dimostrato durante la visita al Palazzo Marchesale della città del Galateo che ospita il Museo Leonardo da Vinci. Facendo onore a Galatone, suo paese di origine, il simpatico ingegnere ci ha accolti in quello che sembra il suo regno e, novello Virgilio, ci ha introdotti dentro le segrete cose. Grandi sale ingombre di ogni sorta di macchina ideata oltre 500 anni fa, da Leonardo e costruita nel corso di 15 anni dall’instancabile Giuseppe che, come ogni grande uomo, ha alle spalle una grandissima donna, sua moglie, attenta collaboratrice, tenera ma inflessibile guardiana di ogni suo gesto. Il fascino emanato dal racconto del funzionamento di spingarde, argani e ponti, la passione fervida, diventata quasi tangibile, nel presentare tempi e materiali per la costruzione di annoni, leve e carrucola, sono stati il migliore inno al maggiore genio del nostro Rinascimento. Mille le domande e le curiosità dei ragazzi rimasti affascinati difronte ad un lavoro che sembra quello di una vita, anzi due, quella di Manisco e quella di Leonardo. Ma ecco che, senza spazio per la noia, gli oltre 60 ragazzi delle seconde classi, vengono divisi in 10 gruppi da 6 per dare il via alla gara di costruzione del ponte di legno senza chiodi o corde. E se pensate che non ci siano riusciti vi sbagliate: in pochi minuti le squadre hanno portato a compimento il lavoro affidato. Siam passati poi alla saponificazione con soda e olio, ed ecco fatto il sapone, incredibile! Coinvolgendoci anche in questo, l’ormai mitico ingegnere è riuscito anche a far lavorare i nostri ragazzi con sostanze potenzialmente pericolose per ottenere come risultato la più delicata delle sostanze, il sapone. Bilancio della giornata mi chiedono… ma come dire che è stato più che positivo! Suggerimenti mi dicono… Ma come?! Anche suggerimenti dovremmo dare? Giornata esperienziale vissuta al massimo e zaini pieni di nuove conoscenze pronte per essere spese in tutti i campi nei quali i nostri bravi ragazzi vorranno cimentarsi. A noi per adesso tocca seminare.

Prof. ssa Mariligia Giovane