25 Novembre alla Dante: non una parola che non sia amore!
Un nuovo albero, piccolo e dal fusto esile, svetta nell’orto di Dante. Dal terreno, che accoglie e protegge le radici, si innalza fiducioso. È ancora fragile, ha bisogno di sostegno, di aiuto per crescere, ma lui coraggioso rivolge i fragili rami e le belle foglie lobate verso il cielo ancora azzurro d’autunno. Diventerà una quercia, perché lo è, diventerà una roverella perché quella è la sua natura e l’albero lo sa; così si impegna, cresce sano, dritto e forte per diventare quel che è già in nuce. Piantare nel terreno della scuola il nuovo albero dedicato a Giusy Fumarola è servito a raggiungere, nella giornata di oggi 25 Novembre, la piena consapevolezza che la memoria deve mettere radici nella scuola, che l’orto-giardino di Dante deve diventare il punto di riferimento a cui rivolgere la nostra intera progettazione di docenti. Docere per noi significherà da oggi in poi, ancora più che in passato, spargere semi di conoscenza e curare i germogli pieni di vita che sono i nostri ragazzi, coltivare saperi e far fiorire teste e cuori. Il 25 Novembre, data della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ha segnato l’inizio dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” e quest’anno, a scuola, abbiamo lasciato che questa data assorbisse e contenesse una serie di altre date significative, tra cui il 29 Novembre: Women Human Rights Defenders Day e il 21 Novembre: Giornata Nazionale degli Alberi e Festa dell’Albero che rappresenta un simbolo di rinascita e di impegno nei confronti del nostro domani, un inno alla vita che vorremmo poter celebrare ogni giorno.
La roverella piantata allora sarà un modo per seminare tracce d’amore e permettere al nostro pianeta di rifiorire e dare a tutti un futuro degno di essere vissuto pienamente, ricordandoci che chi pianta un albero, pianta una speranza!
Oggi abbiamo imparato che la data del 25 novembre non è casuale, ma vuole ricordare il brutale assassinio, avvenuto nella Repubblica Dominicana, delle tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie e perciò torturate e uccise.
Grazie alle assistenti sociali e alle psicologhe del CAV Dott.sse Giovanna Denuzzo, Francesca Cafarella e Andrea Illuzzi, che hanno lavorato con noi a scuola per settimane, abbiamo imparato che la violenza contro donne rappresenta una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che spesso non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano. Abbiamo imparato che sul territorio è presente una rete di servizi socio-assistenziali, come ad esempio il CAV in grado di offrire assistenza dal punto di vista fisico e psicologico, nel fondamentale rispetto della riservatezza, uno spazio protetto dove è possibile rompere il silenzio taciuto per anni, e evitare che la violenza, in tutte le sue forme, si radichi e progredisca nella disuguaglianza e nella discriminazione.
Insieme alle forze di polizia, rappresentate da Rocco Caliandro, Segretario Gen.le Prov.le FSP di Taranto, abbiamo ricordato che un importante passo avanti nella lotta contro la violenza sulle donne è stata la legge n. 69/2019, nota come “Codice Rosso” entrata in vigore il 9 agosto 2019 volta a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere, che ha inasprito le pene per i delitti di violenza sessuale, ha introdotto nuove specifiche fattispecie di reato e velocizzato le procedure a tutela della vittima.
Ma nessuna legge potrà mai essere veramente efficace contro la violenza di genere quanto la prevenzione finalizzata all’educazione delle nuove generazioni che parta dal rispetto delle differenze, passi da una comunicazione più rispettosa della figura femminile, per arrivare al raggiungimento dell’uguaglianza come valore universale. Ed è questo il senso, l’obiettivo e il fine di questa giornata vissuta con l’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Avv. Maria Siliberto, con la dirigente scolastica Dott.ssa Grazia Anna Monaco, con Jessica Hasani, con i miei colleghi e con gli studenti di questa nostra bella scuola che da oggi avrà un motivo in più per essere tale: agli occhi di tutti coloro che per qualsiasi motivo ne varcheranno la soglia, la scuola offrirà il simbolo della nostra lotta contro la violenza sulla donne, una panchina rossa, magistralmente dipinta dagli alunni dell’Istituto Comprensivo che sotto la guida mirabile del prof. Oronzo Lupo, hanno realizzato un’opera d’arte degna di pregio. La panchina ricorderà a tutti il posto di coloro che mancano, ma che non verranno dimenticate, un posto che lasceremo sempre libero, ma un posto che, allo stesso tempo, è occupato dal nostro ricordo. E poi ci sono i video, incisivi e impattanti e le delicate poesie e le profonde riflessioni, e ancora i cartelloni e le tenere canzoni degli alunni più piccoli e infine disegni, tutto questo è scuola. La scuola di oggi, perché domani è già troppo tardi.